Episode Transcript
[00:00:02] Speaker A: I podcast del LIA. Racconti di innovazione didattica.
[00:00:08] Speaker B: Buongiorno, bentrovati, bentrovati. Benvenuta a Giovanna Guerrini, docente presso l'Ateneo di Genova, quindi una collega di Genova, che presenta un contributo presentato al Convegno di Genova intitolato Giornata della didattica nel corso di laurea in informatica, da un progetto di innovazione didattica a condivisione di pratiche.
Giovanna, vuoi raccontarci la vostra esperienza?
[00:00:34] Speaker A: Grazie mille Fabrizio per l'introduzione. Di fatto appunto l'esperienza nasce da un progetto di innovazione didattica dell'Ateneo. Il corso di laurea in informatica è un corso di laurea numeroso con problemi di percorso anche abbastanza significativi purtroppo.
Nell'anno accademico 2019-2020 abbiamo presentato questo progetto di innovazione didattica in cui ci hanno assistito anche una metodologa e un disciplinarista dell'Ateneo che era un po'... abbiamo usato un po' troppo. In qualche modo eravamo inconsapevoli delle difficoltà e abbiamo provato a innovare il nostro primo anno, che è un primo anno molto numeroso perché appunto parliamo di 200 e passa matricole ogni anno.
Il focus del progetto innovazione didattica era su attività di gruppo, autovalutazione, interdisciplinarietà, ma l'anno accademico 2019-2020 è stato un anno accademico particolare, per cui necessariamente ci siamo trovati nel secondo semestre a innovare e a innovare in un modo anche diverso da quello che avevamo progettato, proprio perché siamo stati costretti dalla pandemia a passare a fare lezioni online, era una cosa assolutamente non prevista nel progetto. Sicuramente avere innovato nel primo semestre in maniera un pochino più progettata e nel secondo esserci un po' trovati a cambiare la nostra didattica ha avuto un impatto sul corso di laurea, quindi le cose sono un po' cambiate. Abbiamo notato dei cambiamenti nel corso di laurea, ma non avevamo mai preso un momento per riflettere effettivamente sull'impatto di questi cambiamenti. E quindi dopo un po', perché effettivamente la giornata della didattica si è poi tenuta nel 2023, quindi il tempo era passato, però abbiamo deciso proprio di andare un po' a riconsiderare in che modo il progetto aveva influito sulla nostra didattica e che cosa era cambiato e anche qual era un po' il bilancio diciamo di quello che il progetto di innovazione aveva lasciato.
[00:02:28] Speaker B: Ecco, scusa Giovanna, di quanti docenti stiamo parlando?
[00:02:31] Speaker A: Il progetto di innovazione coinvolgeva di fatto degli insegnamenti al primo anno principalmente e si parlava di sostanzialmente tre docenti di cui però uno poi ha cambiato corso di laurea, era un corso di matematica quindi è rimasto il corso ma è cambiato il docente e invece poi un altro corso al secondo anno. Però ha avuto una ricaduta, al di là degli insegnamenti direttamente coinvolti, se ne ha parlato di questo progetto fra colleghi eccetera, quindi un pochino informazione che alcune cose stavano cambiando in alcuni insegnamenti è passata e ci sono state sicuramente delle innovazioni, dei cambiamenti anche in altri insegnamenti del corso di studio. Anche perché appunto il fatto che noi stessimo sperimentando ha agevolato le difficoltà che poi si sono avute per tutti nella pandemia, perché effettivamente noi stavamo lavorando tanto sull'autovalutazione, quindi avevamo risorse come quiz, uuClub e cose di questo tipo, che ovviamente sono state poi fondamentali un po' per tutti per tenere l'interazione con le classi da remoto e quindi al di là degli insegnamenti effettivamente coinvolti nel progetto, molto di quello che è stato fatto in realtà ha influenzato anche altri insegnamenti. Però appunto non è mai stato messo bene tutto a sistema e per questo con il supporto dell'UTLC e sull'iniziativa del coordinatore si è deciso di organizzare questa giornata il cui scopo era proprio quello di avere un momento di condivisione più che di formazione in cui andassi proprio a interrogare su che cosa si poteva migliorare nella didattica del corso di laurea e se queste innovazioni che erano state apportate effettivamente avevano portato dei benefici e in che forma. Nel progettare questa giornata eravamo un pochino scettici, proprio perché, come dicevi giustamente tu, i docenti coinvolti nel progetto in realtà erano abbastanza pochi e i colleghi più o meno coinvolti e più o meno disponibili a innovare, diciamo così. Quindi siamo partiti da alcuni principi. Il primo è stato non essere troppo ambiziosi, infatti l'abbiamo chiamata giornata della didattica, ma è stato mezza giornata. In realtà siamo stati insieme per mezza giornata. e abbiamo voluto, fin da subito, che non fossero seminari in cui i partecipanti stessero solo a sentire, ma abbiamo voluto che fosse un momento di partecipazione attiva, proprio in accordo a quello che era un po' l'idea del progetto. E un altro elemento importante è che abbiamo voluto coinvolgere anche gli studenti, cioè uno degli elementi che spesso notiamo quando si parla di didattica è che i studenti sono un po' assenti, quindi si parla di questo ha funzionato, questo non ha funzionato, ma raccontandocelo un po' fra di noi.
[00:04:55] Speaker B: Scusami, ma questa è una cosa interessante. Quando avete proposto agli studenti di partecipare a questa cosa bislacca che forse non avevano mai sentito, come hanno reagito?
[00:05:03] Speaker A: Devo dire che siamo stati sorpresi anche noi dalla loro disponibilità, anche perché la giornata è stata organizzata a giugno, quindi in un momento che per loro, per noi era positivo perché i corsi erano finiti, ma per loro era un momento di esami, quindi non ci aspettavamo.
una grande risposta e una grande disponibilità, invece devo dire la verità che sono stati molto disponibili sia nella partecipazione sia anche nella preparazione, perché gli abbiamo chiesto addirittura un lavoro di partecipazione. Ovviamente non abbiamo allargato a tutti gli studenti perché sarebbe stato troppo, però abbiamo coinvolti i rappresentanti degli studenti e abbiamo fatto una call nei diversi docenti che ritenevano di avere delle esperienze da condividere affinché queste esperienze fossero raccontate non dai docenti ma dagli studenti che avevano preso parte a queste innovazioni o comunque a queste modalità di didattica un po' meno tradizionali. Devo dire che la risposta appunto degli studenti ci ha veramente stupito favorevolmente, anche perché appunto nel racconto delle esperienze siamo partiti da quella che era stata la loro esperienza diretta, ma poi abbiamo cercato di tirare fuori un po' di elementi comuni, andando verso una specie di dibattito, diciamo, chi era a favore dell'innovazione, delle metodologie più innovative, più partecipative, e chi invece era più a favore di una didattica più tradizionale.
[00:06:22] Speaker B: Come avete organizzato questa giornata? Avete usato metodi particolari per coinvolgere le persone?
[00:06:29] Speaker A: Nella preparazione, diciamo, abbiamo fatto uso principalmente di metodi collaborativi online, andando a proporre, diciamo, ai vari colleghi che erano stati invitati a partecipare, le possibili tematiche di interesse e anche votare su quali fossero le tematiche di maggiore loro interesse per la discussione e, allo stesso modo, abbiamo fatto una call, diciamo così, aperta per esperienze che gli docenti sentivano di condividere, in modo da identificare le possibili esperienze da far condividere agli studenti. Durante la giornata abbiamo organizzato due attività. Una prima attività che è stato un work-café in cui sono stati discussi quattro diversi temi che erano appunto stati raccolti dalle proposte dei docenti e sono stati selezionati quelli votati per la discussione.
seconda parte che invece è stata organizzata proprio come una condivisione di esperienze un pochino in forma di dibattito, non è stato un vero e proprio debate perché appunto i tempi sono stati un po' stretti, però appunto si sono raccontate delle esperienze con uno studente che portava una voce pro, innovazione didattica, e uno studente che portava una voce contro. Nel World Cafe abbiamo deciso in qualche modo di avere un moderatore fisso, mentre poi invece i diversi partecipanti ruotavano. I gruppi sono stati formati, come usuale, in modo eterogeneo, quindi mettendo insieme studenti che avevano partecipato al progetto di innovazione, docenti che invece non avevano partecipato, docenti di matematica con docenti invece di informatica, studenti, quindi in ogni tavolo c'era almeno uno studente. Le tematiche, diciamo, su cui si è lavorato riflettevano un po' quelle che sono problematiche classiche, almeno del nostro corso di studi. Come gestire l'eterogeneità degli studenti, quanto devono essere integrati i diversi insegnamenti a livello di uniformità delle metodologie che vengono utilizzate. Questo appunto è stata una cosa che abbiamo notato nel nostro progetto.
Se c'è un solo insegnamento nel semestre che prova a utilizzare una metodologia, poi effettivamente l'efficacia è molto ridotta.
Come stimolare l'autonomia e la proattività dei nostri studenti? Contando appunto che i numeri sono grandi, abbiamo proprio un po' il problema che da un lato dobbiamo guidarli molto, perché sennò diventa veramente faticoso per noi, e però questo rischia in qualche modo di non fare emergere quelle che invece sono le loro iniziative, quindi renderli anche un pochino più autonomi. E poi invece un tavolo dedicato proprio al lavoro in gruppo, proprio perché noi abbiamo tantissimi progetti e i progetti tipicamente si svolgono in gruppo. L'informatico per suonatura lavorerà in gruppo, quindi per noi è molto importante questo aspetto. E quindi appunto un tavolo era proprio dedicato a questo, con 15 minuti più o meno di discussione per ogni giro, diciamo, e poi si passava al tavolo successivo.
[00:09:06] Speaker B: E allora che cosa è emerso da questi tavoli? Sono curioso di sentire le opinioni dei studenti e dei colleghi.
[00:09:13] Speaker A: Allora, relativamente all'eterogeneità, tutti concordiamo che è una risorsa, però è faticoso, soprattutto è faticoso nel primo anno dell'attennale, in cui noi ci troviamo con studenti che arrivano avendo fatto una scuola in cui hanno programmato, quindi per quanto riguarda l'informatica rischiano un pochino di andare annoiarsi a essere nella stessa classe di studenti che invece partono completamente da zero, perché in molte scuole non esiste proprio l'informatica come materia di insegnamento e quindi non hanno nessuna conoscenza, nessun background di questo tipo. E abbiamo un problema di eterogeneità non altrettanto ma abbastanza forte anche a livello di laurea magistrale, perché noi abbiamo una laurea magistrale internazionale, un Master in Computer Science, che è appunto erogato in inglese e che attira molti studenti stranieri.
e anche in questo caso quindi non possiamo dare per scontato troppo non solo il livello di conoscenza tecnica, ma anche proprio l'approccio allo studio, l'approccio a come vengono impostati il lavoro sui progetti. Molto spesso, appunto, anche se formalmente l'argomento è stato affrontato nel percorso di studi precedenti, il tipo di impostazione è stato molto diverso. Quindi su questo certamente il gruppo è una risorsa, nel senso che provare a mettere insieme studenti con background diversi, aiuta poi a omogenizzare in qualche modo comunque per un'attività che possono essere svolte da tutti gli studenti, però è sicuramente uno degli elementi di difficoltà. A livello di incoraggiare l'autonomia, è emerso che appunto è un po' inevitabile un compromesso fra partire molto guidati all'inizio, quando i numeri sono veramente alti, e via via lasciare sempre più liberi gli studenti perché effettivamente il rischio è che poi uno non arrivi a sviluppare un grado di maturità. Ovviamente entrando nel mondo del lavoro avrà bisogno di essere completamente non solo autonomo, ma anche proattivo, avere proprio delle iniziative, che è un po' quello che abbiamo notato mancare in tanti nostri studenti alla fine, soprattutto del percorso triennale. Molti dei nostri studenti vanno sul mercato del lavoro comunque alla fine della laurea triennale, quindi è importante che già a livello della triennale ci sia questa autonomia. anche appunto discussioni su, nei momenti in cui uno propone delle attività in cui lo studente è un po' meno guidato, ovviamente è anche più difficile garantire una valutazione omogenea e diventa più impegnativo per il docente, quindi si è confrontati sull'importanza magari di valutare il processo piuttosto che il risultato, perché magari i compiti non sono esattamente analoghi e quindi ha portato anche tutta la riflessione a una discussione sulla valutazione che era un po' un tema, se vogliamo, assente dalle domande specifiche ma che poi è emerso nella discussione.
[00:11:50] Speaker B: Perché chiaramente E invece per quanto riguarda uno dei punti, cioè l'armonizzazione tra metodologie didattiche, perché questo è un aspetto che talvolta non viene valutato, ossia ogni docente pensa al suo intervento, al suo metodo didattico, però poi gli studenti passano da un consegnamento all'altro, oppure tutti tradizionali, tranne l'insegnamento, anche questo può essere un elemento disorientante. Quindi cosa è emerso nel vostro gruppo di lavoro?
[00:12:15] Speaker A: Direi che appunto anche nel nostro caso è venuto fuori un pochino questa problematica che se c'è un solo insegnamento che innova e gli altri insegnamenti contemporanei sono svolti con metodologie tradizionali, è disorientante per gli studenti e in alcuni casi addirittura gli studenti hanno un po' paura, cioè preferiscono l'approccio più tradizionale. E l'altra cosa è che, soprattutto se poi si cambiano magari, in alcuni casi è stato usato il Team Based Learning, il fatto di dover rimparare una metodologia è chiaramente difficile, quindi viceversa una scelta in cui, o trasversalmente nei diversi semestri, o tutto il semestre il lavoro è in accordo con la metodologia, funzionerebbe molto meglio e quindi sperabilmente andare verso, non dico un allineamento completo, ma una maggiore uniformità proprio di come si lavora all'interno dello stesso semestre.
[00:13:03] Speaker B: Infatti, ho alcune leggere che parlano proprio di un carico di lavoro legato proprio all'apprendimento del metodo, della strategia didattica e questo è un aspetto che va considerato quando noi docenti imporchiamo queste proposte. Inoltre, mi viene da aggiungere, non so se questo è emerso, aiutare studentesse e studenti a capire il senso di quell'attività rispetto alla disciplina, perché devo lavorare in gruppo, piuttosto che perché devo lavorare un progetto o analizzare un problema. Quindi anche questo, non so se è emerso, è un aspetto da considerare.
[00:13:33] Speaker A: Sì, sì, sì, assolutamente, proprio perché avere una motivazione che è legata al fatto che lo studente viene formato non solo relativamente al contenuto disciplinare, al contenuto tecnico, ma anche alle modalità di lavoro che tipicamente sono poi richieste nell'ambito è importantissimo. Fra l'altro, appunto, non voglio generalizzare, ma nel La maggioranza dei nostri studenti magari non si trova troppo a suo agio rispetto a magari la comunicazione. Tanti degli studenti che scelgono informatica lo scelgono anche magari perché pensano di poter lavorare da soli, cosa che assolutamente non è.
Però è un pochino uno stereotipo che esiste e che un pochino alcuni studenti si rifugiano e quindi quando poi dicono dovete lavorare in gruppo, no ma io ho scelto l'informatica proprio perché volevo lavorare io con il computer e basta e invece purtroppo no.
[00:14:25] Speaker B: Cioè è meglio che se ne collegano prima anziché dopo.
[00:14:29] Speaker A: Esattamente, perché appunto un po' di resistenze, però sì, è faticoso, cioè sicuramente sarà ancora lunga per noi la strada rispetto a questa armonizzazione delle metodologie nei diversi insegnamenti, ma tutti abbiamo riconosciuto che è importante cominciare a parlarne proprio in occasione di queste giornate, cominciare a rendere più esplicito appunto non solo cosa si insegna, che questo in qualche modo è condiviso negli obiettivi formativi, ma anche come, sicuramente era uno degli obiettivi di questa giornata.
[00:14:56] Speaker B: Questo direi è un format interessante, mi sembra di cogliere anche che il bilancio sia positivo. Ripeterete per caso l'esperienza in autogramma l'intenzione di rifare queste mezze giornate della didattica?
[00:15:09] Speaker A: In realtà sì, abbiamo già ripetuta perché appunto l'esperienza che è stata condivisa era quella della giornata del 2023 che è stata appunto organizzata come vi ho raccontato. Abbiamo già avuto una seconda mezza giornata, quindi in tutto siamo arrivati a una giornata. una seconda mezza giornata lo scorso giugno, quindi giugno 2024. Chi è stata? Abbiamo deciso di organizzarla centrando, anche facendoci aiutare da esperti esterni, diciamo così, centrando la discussione su due aspetti principali che di nuovo sono un po' criticità o comunque aspetti interessanti per il nostro corso di studi.
Il tema è stato quello dell'inclusione, diversità e inclusione. Il primo tema è stato centrato sul genere. Noi abbiamo un fortissimo bilanciamento di genere. Quando sono tante, le ragazze rappresentano il 15% delle matricole.
Come insegnare, tenendo conto del fatto di avere una classe molto sbilanciata rispetto al genere, è stato uno degli elementi che abbiamo affrontato in questa prima interpretazione di che cosa volesse dire una didattica inclusiva. E poi, appunto, un'altra parte in cui ci siamo fatti aiutare da Valentina Penazio, proprio per andare a vedere quanto fossimo consapevoli di cosa volesse dire e provare a fare una didattica inclusiva rispetto a bisogni educativi speciali, disturbi specifici dell'apprendimento, o comunque il fatto che abbiamo una classe che è molto eterogenea da tanti punti di vista e quindi una didattica che possa essere inclusiva rispetto alle esigenze e alle caratteristiche di tutti.
[00:16:38] Speaker B: Sì, grazie. Segnalo Valentina Pennazzi, la nostra collega di Ateneo, che è pedagogista e docente esperta proprio di pedagogia speciale e per la disabilità. Allora ti chiedo un flash. Organizzare queste giornate deve essere anche impegnativo.
Qual è il vantaggio, se dovessi dire ai nostri colleghi, oltre a fare i consigli di corso di laurea, che sono spesso più che altro dei momenti formali, dove non si ragiona, non si riflette sulla didattica. Però perché vale la pena invece organizzare questi eventi con la tua esperienza? Daici un flash.
[00:17:12] Speaker A: Hai detto proprio bene. Noi dedichiamo tanto tempo alla didattica e dedichiamo tempo anche a parlare di didattica, ma molto spesso purtroppo, proprio perché ci sono anche una serie di adempimenti che a volte sono adempimenti più formali, la discussione si concentra su aspetti importanti, ma che sono più legati al quotidiano, a volte anche alla discussione nell'immediato di alcuni documenti che bisogna produrre per il corso di studi, senza invece chiedersi quello che poi è il senso invece più profondo di quello che stiamo facendo. Quindi effettivamente dedichiamo tante energie alla didattica, le stiamo effettivamente dedicando nel modo più fruttuoso, nel modo più utile.
e anche per trovare, parlo qua forse per il motivo personale che io trovo nel fare queste cose, per ritrovare ogni tanto la passione, no? Perché effettivamente abbiamo, giustamente, tante inconvenze, tante cose da fare e provare a dire, ok, ma qual è il senso di quello che sto facendo? Quindi provo a discutere su aspetti che sono proprio legati a dove può avere un impatto anche maggiore sui ragazzi il tempo che effettivamente ciascuno di noi dedica alla didattica.
[00:18:16] Speaker B: Certo, certo. Ti posso confermare che la passione si sente, quindi questo è importante. Giovanna Guerini, grazie davvero per il tuo contributo e grazie anche alle colleghe e colleghi del tuo gruppo che hanno partecipato e organizzato questi eventi. Grazie a te.