Episode Transcript
[00:00:02] Speaker A: I podcast del LIA. Racconti di innovazione didattica.
[00:00:08] Speaker B: Buongiorno e benvenuta a Raffaela Tore, collega della Statag di Milano, che ha presentato un contributo al Convegno di Genova intitolato Metodologia, metodo, tecnica nell'insegnamento universitario per generare innovazione.
Raffaela, ci vuoi raccontare un po' quello che hai presentato al convegno?
[00:00:28] Speaker A: Bene, grazie a voi. Buongiorno a tutti e a tutte.
Il mio argomento si è occupato, in questo caso durante il convegno, di formazione universitaria. Perché? Importantissimo argomento oggi, in quanto noi ospichiamo al successo formativo di studenti e studentesse, migliorare la loro inclusione. Per quale motivo? Persa per fronteggiare le sfide che pone in anzi la società complessa e soprattutto quindi padroneggiare un metodo di studio, ma un metodo generale che consenta a ciascuno di imparare, ad imparare per tutta la vita.
e ciò è messo in evidenza in tantissimi documenti, soprattutto a livello di Unione Europea. Ecco che cosa succede, la formazione universitaria fatica ancora un po', zoppica ancora un po' nell'affrontare queste sfide, le sfide espose appunto dalla complessità e dalla globalizzazione, perché viene utilizzato Non voglio dire per la maggior parte, però ancora viene utilizzato un modello di insegnamento basato su un sapere disciplinare, quindi un sapere specializzato, il cui risultato è proprio la formazione di menti unidimensionali. È un sapere più idoneo solo ad una figura di esperto, a discapita però della comprensione e dell'unitarietà dell'esperienza umana che ha una natura trasversale e multidimensionale. C'è da dire però anche un'altra cosa, che l'università sente questa esigenza, sente la responsabilità di adeguarsi al cambiamento e testimonianza ne sono tutti i progetti di facoltà che sono stati sviluppati, continuano a venir messi in atto, ad essere sviluppati comunque in tutta Italia.
Bene, questo possiamo dire che è la premessa. Quali strumenti abbiamo noi a disposizione per impattare da un punto innovativo per raggiungere questi risultati, quindi riuscire a implementare questo metodo che consenta di imparare ad imparare. Ecco, abbiamo la ricerca e la didattica. Quindi l'impatto che vogliamo generare è proprio questo, generare questa innovazione attraverso una pianificazione strategica della didattica, intervenendo appunto sulla metodologia, sul metodo e sulle tecniche relativi a tutte le discipline.
che cosa si è fatto quindi per studiare l'innovazione in ambito universitario. Intanto si è studiato proprio il concetto cercando di andare a capire come le diverse discipline in ambito economico, sociale, filosofico, pedagogico concepiscono l'innovazione, quindi che cos'è l'innovazione ad esempio per un economista, che cos'è l'innovazione per uno storico, per un filosofo. Nel contempo si è cercato di studiare la didattica con le sue parole focus, quindi capire che cosa è la metodologia, che cosa è il metodo e poi che cosa è la tecnica. Ecco tutto questo all'interno di una visione di uno studente cosiddetto agentivo, quindi capace di comprendere i nuovi percorsi e ripensare i suoi comportamenti attraverso processi di trasformazione proprio dell'agire pratico.
[00:03:23] Speaker B: Ecco, Raffaella, ci vuoi spiegare brevemente la differenza tra metodologia, metodo e tecnica?
[00:03:31] Speaker A: Queste parole sono delle parole da intendere proprio nell'ambito, nel contesto della didattica. Che cosa si intende per metodologia?
Andiamo a ragionare su, diciamo, le concettualizzazioni che abbiamo trovato in letteratura e vediamo che la metodologia è il discorso, lo studio, la riflessione sul metodo, è quella parte della logica che ha per oggetto la riflessione sulle regole, sui principi che sono alla base del metodo. Non solo, la possiamo anche intendere come riflessione epistemologica sulla struttura e sull'efficacia. del metodo, quindi in parole più semplici. Se le intendiamo da un punto di vista proprio didattico, quindi come metodologia generale, intendiamo tutte le regole, i principi, i normativi che sono applicati all'insieme dei processi di insegnamento e che ne regalano la sua azione. Andiamo a ragionare sulla parola metodo, questa parola appunto deriva dal greco e utilizza un prefisso meta più un sostantivo appunto ad osso, oltre la strada. Quindi letteralmente intendiamo strada attraverso cui si fa oltre. Quindi via che io scelgo come docente per raggiungere un obiettivo. Riguarda il come insegnare, sottentendo anche il che cosa si vuole insegnare, a chi si vuole insegnare e con che cosa si vuole insegnare. Sono metodi ad esempio la lezione, il laboratorio, la ricerca sperimentale. Intendiamo anche la parola metodo, secondo altri autori ad esempio, come approccio allo studio con rigore e capacità di gestione della fatica.
È un percorso che noi ad esempio come studenti intraprendiamo per raggiungere poi un obiettivo.
Ed è un dispositivo quindi procedurale che permette di impadronirsi dei contenuti e dei processi di apprendimento. Andiamo ancora a ragionare sulla tecnica.
Per tecnica intendiamo insieme di mezzi, di materiali, di procedure che possono avere una finalità in sé e che possono essere utilizzati, essere al servizio dei metodi pedagogici diversi.
Questa tecnica può essere mediata da risorse tecnologiche poi multimediali, ad esempio i video, i supporti grafici, le risorse digitali. Spero di essere stata chiara.
[00:05:46] Speaker B: Assolutamente sì, grazie Raffaela.
C'era bisogno di questo chiarimento perché spesso le parole vengono utilizzate a volte in modo interscambiabile e tu hai ben spiegato invece le differenze.
Il tuo contributo parla di uno studio di caso. Vuoi raccontarci questo studio?
[00:06:02] Speaker A: Vi racconto lo studio di caso, prima semplicemente due parole su ciò che abbiamo analizzato nello studio di caso e mi riporto un attimo alla teoria perché sono andata a ragionare sul termine di innovazione e giusto per curiosità abbiamo ripreso il termine innovazione a partire da Schumpeter, una definizione che è molto apprezzata tutt'oggi, definizione che appartiene all'ambito economico ma che viene ripresa in ambiti differenti ed è interessante perché poi questo lo ritroviamo anche in ambito pedagogico. Lui ci parla di crescita del benessere, capacità innovativa quindi a livello di imprese, di organizzazioni, ricordiamo siamo in ambito economico, di organizzazioni, istituzioni attraverso l'introduzione di un prodotto ma non solo ed è qua una parte dell'innovazione che poi ritroveremo nello studio di caso. Parliamo anche di innovazione in ambito organizzativo, quindi organizzativo del lavoro, un'organizzazione alla quale magari nessuno aveva pensato prima. Caratteri particolari sono da una parte il lato creativo, dall'altra il lato distruttivo, quindi ci sarebbero vincitori e vinci.
e vinti, scusate. Chi si adegua è un vincitore ed è quindi chi è il vincitore? Colui che utilizza l'innovazione. I vinti sono coloro che continuano a camminare secondo la strada passata, non facendo riferimento ai nuovi mezzi magari più adeguati in quel determinato contesto, ma ancora l'innovazione viene intesa come processo di condivisione e di partecipazione ai processi innovativi. Anche in ambito di documenti e road pay, l'innovazione è identificata con la tecnologia. Ricordiamo però che non è innovazione solo ciò che è tecnologico. Ciò che mettono anche in evidenza i documenti europei è che le scienze di base perdono peso, quindi le discipline perdono peso. Vediamo che però questo nello studio di caso non avviene. Un'altra chicca, per così dire, la troviamo in ambito filosofico. Innovazione come modernità e progresso identificata con quella capacità di far emergere nuovi temi senza averli cercati, chiamata sereditti.
Ebbene, il PNRR invece mette in evidenza come l'innovazione coincida con l'apprendimento di nuove competenze, le cosiddette reskilling, e il miglioramento di quelle esistenti per accedere a manzioni più avanzate, le upskilling. Ecco, ora per mancanza di tempo non vi dico altro, ci focalizzeremo poi nello studio di caso. Bene, entriamo nell'ambito dello studio di caso. Vi presento in un minuto il progetto.
un progetto didattico che è stato condiviso a livello di alcuni insegnamenti in ambito umanistico con gli studenti. Quindi i docenti hanno condiviso con gli studenti metodologia, metodo e tecniche. Come hanno potuto condividere? Qual è stato lo strumento? Il syllabus, che è la cosiddetta scheda di insegnamento dove il docente, il docente universitario, progetta, programma tutto il suo lavoro. È stata descrita la lezione, quindi gli studenti erano ben conosci di ciò che si sarebbe fatto. e si sarebbe svolto una lezione partecipata con il supporto della tecnologia.
Si è quindi spiegato quali strumenti utilizzare, le piattaforme e quant'altro. Oltre a questo, si è condiviso il metodo di valutazione e di autovalutazione, focalizzandosi sulla valutazione di tipo formativa o costruttiva per l'apprendimento. In due parole, lo studio di caso, chi ha riguardato e come si è svolto, riguarda la metodologia uno studio di caso in analisi secondaria, si sono indagati tre studi già pubblicati, più uno però ex novo. Lo studio di casa ha consentito di riflettere su un evento all'interno di un contesto di formazione, mentre l'analisi secondaria ha permesso di risparmiare tempo, di andare a riprendere quelle categorie già emerse negli studi primari e di approfondirle per cercare altre categorie. Il campione di studenti non è stato scelto per mera conferenza, ma è stato frutto di un campionamento mirato Lo strumento utilizzato per raccogliere i dati è stato il questionario. L'analisi dei dati è avvenuta attraverso Atrasti 9 e Web, sempre con analisi qualitativa, che ha permesso di mostrare proprietà e relazioni tra le parti di contenuto dell'unità ermeneutica.
composta appunto dalle risposte ai questionari. Si sono analizzate quindi le quotations, i group codes, per andare poi a capire quali categorie emergessero. Gli insegnamenti indagati sono stati metodologia del gioco, metodologia della formazione e metodologia e tecniche del lavoro di gruppo, più il laboratorio di didattica generale. Le dimensioni indagate sono state la costruzione della conoscenza in ambiente e-learning, ma anche in presenza, il gruppo e i processi di apprendimento e lo stato emozionale, poi le competenze attivate. Che cosa si è fatto? In pratica abbiamo esaminato da un punto di vista concettuale le prerogative da parte degli studenti legati all'innovazione rispetto alla metodologia, al metodo e alle tecniche. quindi loro le hanno sperimentate e poi dall'analisi appunto dei loro dialoghi, delle loro risposte questionari, siamo andati a indagare e poi a capire quali fossero le loro percezioni.
Quindi in poche parole vi posso dire questo, la lettura ragionale dei dati ha permesso di esaminare altre famiglie, denominate conoscenza scientifica, disponibilità, lavoro collaborativo per costruire alleanze condivise, uso della tecnologia, metodologia, metode tecniche, novità in termini di prodotto, nuova organizzazione per distribuire valore. ad esempio per la conoscenza scientifica, composta da 307 quotations, cioè parti di contenuto dei questionari, quindi dell'unità ermeneutica, hanno riguardato la riflessione da parte degli studenti sull'efficacia della metodologia, una riflessione sul metodo in relazione ai contenuti disciplinari che sono stati veicolati durante gli insegnamenti e quindi che sono stato oggetto specifico d'indagine attraverso enunciate e proposizioni che discutono di questi contenuti. Per quanto riguarda l'uso della tecnologia sono state indagate e poi analizzate le evidenze sul valore generato dalla condivisione di idee e delle risorse però legate proprio all'uso, ad esempio, della piattaforma Moodle, di strumenti quale Wiki o costruzione addirittura di podcast per metodologia della formazione. Per quanto riguarda metodologie e metode tecniche si è ragionato sulle evidenze legate a queste concettualizzazioni rispetto alla gestione delle lezioni, all'organizzazione dei processi di insegnamento e apprendimento e così via. Quali categorie sono emerse? Interessante, sono emerse queste tre categorie che caratterizzano l'innovazione in questo contesto, quindi legato alla didattica universitaria. Le categorie sono apprendimento trasformativo, con sapevolezza della metodologia, del metodo, delle tecniche per il cambiamento e benessere. Interessante la categoria del benessere che è legata alle relazioni intersoggettive sempre e al raggiungimento degli obiettivi.
Che cosa possiamo dire ancora? Una frase che ha caratterizzato l'apprendimento trasformativo, che è legato alla metodologia e ai metodi e alle tecniche per sostenere gli studenti nella costruzione della propria conoscenza. Lo studente ha ragionato in questo modo. Riporto il dialogo dello studente. A mio parere è stato efficace l'utilizzo dei lavori di gruppo perché hanno dato la possibilità di mettere in pratica la teoria studiata.
Quindi in questo senso ha facilitato.
lo studio. Ho ancora sperimentato il cooperative learning e questo ha messo alla prova le mie competenze sociali, quali la disponibilità, la capacità di attendere il mio turno e l'abilità di ascoltare gli altri. Per la categoria benessere, una frase simpatica, interessante, è questa e ci dice, è stata molto efficace la possibilità di dialogo e di colloquio, l'organizzazione per venire incontro alle esigenze di ciascuno di noi e coinvolgere noi studenti in modo appropriato Anzi, penso che le persone, quindi riferito allo studente stesso, si sentano anche più libere di partecipare, di interagire, perché si verifica meno l'aspetto dell'imbarazzo.
[00:14:16] Speaker B: Appunto, grazie anche per questi esempi. I partecipanti alla ricerca, se ho ben compreso, sono studentesse e studenti di corsi di laurea legati a scienze dell'educazione, scienze della formazione. Ti chiedo, pensi che riflessioni del genere potrebbero essere fatte anche da studentesse e studenti di altri percorsi? Te lo dico perché a volte abbiamo riscontrato che in discipline per esempio di area STEM, ma non solo, comunque dove l'innovazione didattica, i metodi e le tecniche sono diciamo più tradizionali, la studentessa e i studenti si aspettano una lezione frontale e quando viene proposta una tecnica, un metodo didattico innovativo, magari più partecipativo, più attivo, sono disorientati e a volte non capiscono il senso di quel metodo legato agli obiettivi di apprendimento, legato alla disciplina e alla futura professione. Quindi ti chiedo se hai una riflessione in proposito.
[00:15:12] Speaker A: Grazie per la domanda, ci volevo arrivare dopo però l'anticipo. Allora, sì, questo è successo, perché ci sono delle frasi nell'unità neuro-ineutica che riportano proprio questo punto di vista. Lo studente non è abituato, neppure lo studente che frequenta le discipline umanistiche, e te lo dice proprio, ti dice è più difficile, più complicato lavorare in questo modo perché occorre più tempo, quindi la lezione più frontale è più semplice, il professore parla, io prendo gli appunti e andiamo. Quando però, e questo l'abbiamo riscontrato, una volta terminato il corso, perché non ci dimentichiamo che tutta la metodologia, il metodo, le tecniche sono condivise all'inizio, cioè si spiega allo studente come si svolgerà il corso, è un fatto non da poco, è che la valutazione, che è di tipo formativa, costruttiva per l'apprendimento, tiene conto di tutto il percorso. Quindi già lo studente è valutato, in itinere durante questo lavoro. Si arriva così all'esame finale che abbiamo visto con voti abbastanza adeguati per tutti, possiamo dire così, in generale quasi per tutti. Questo percorso viene inserito come valutazione, quindi da un punto di vista valutativo, per l'esame finale e quindi è studiata anche l'attività di valutazione che è affiancata anche da un'attività di autovalutazione delle studenti, quindi è completamente diverso proprio tutto il percorso e lo studente alla fine ci ringrazia e dice ho appreso veramente delle competenze solide quindi funziona. Sicuramente sarebbe molto interessante sperimentarlo per le discipline STEM e c'è un lavoro da parte del docente da fare a monte durante la progettazione ma poi da proprio condividere con lo studente.
durante la prima lezione e la seconda lezione e poi si va avanti assieme. I risultati sono stati molto buoni, quindi io sono favorevole, anzi cerco sempre di raccontare che posso queste esperienze affinché vengano poi provate. E poi non è detto, può darsi che non funzionino, però io dico proviamo e vediamo che cosa succede.
[00:17:22] Speaker B: Mi sembra anche un buon metodo provare, poi riflettere sull'esperienza. Condivido anche proprio dal punto di vista della mia personale esperienza. Non ho mai avuto un successo al primo tentativo quando ho applicato qualche metodo, qualche tecnica per me innovativa. Anzi, ho avuto bisogno di pazienza e di ripetizione. Però un elemento sul quale nel mio caso è stato importante, ti chiedo conferma in conclusione di questa nostra conversazione, è la dimensione riflessiva. Cioè, è importante che io come docente rifletta, oltre che ovviamente aiuti gli studenti a riflettere, rifletta sul metodo e sul suo efficacia, sui suoi limiti e sulla sua logica connessione con gli obiettivi di apprendimento che abbiamo definito.
[00:18:12] Speaker A: Questo è importantissimo e infatti diciamo lo step finale è proprio la riflessione critica su tutti i lavori svolti, riflessione che poi viene condivisa anche con gli studenti. Noi apprendiamo assieme, vediamo che cosa possiamo migliorare e che cosa magari tralasciare perché non ha funzionato.
Una cosa che posso mettere in evidenza è che la tecnologia utilizzata in lezioni svolte in presenza è stato un valido aiuto perché lo studente ha avuto un supporto maggiore.
Ecco, la piattaforma che contiene tutti i contenuti, la piattaforma nella quale si può anche lavorare assieme attraverso strumenti anche di scrittura condivisa, ecco, anche la tecnologia sicuramente ha aiutato. All'inizio, durante i primi corsi, non è stato facile, poi con l'esperienza le cose funzionano sempre più.
[00:19:00] Speaker B: Beh, in effetti in questa confederazione torno anche alla, quanto hai detto, in apertura, no? Quindi essere innovativi e anche riuscire a mantenersi competitivi. E pensiamo anche tutta quella che è la competizione intorno all'offerta formativa universitaria che intorno a noi, diciamo a TNI più tradizionali, invece mostra un potente uso delle tecnologie, una formazione ubiqua, flessibile, dinamica e quindi anche per noi diventa una sfida, un'opportunità per interrogarci e capire come possiamo dare valore a tutte le nostre competenze.
[00:19:32] Speaker A: Assolutamente d'accordo, assolutamente d'accordo.
[00:19:35] Speaker B: Bene, siamo arrivati allora al termine della nostra conversazione.
[00:19:38] Speaker A: Grazie.
[00:19:39] Speaker B: Grazie ancora per il tuo contributo.
[00:19:42] Speaker A: Grazie a voi.
[00:19:42] Speaker B: È stato un piacere.
[00:19:43] Speaker A: Ciao.