Episode Transcript
[00:00:02] Speaker A: I podcast del GLIA. Racconti di innovazione didattica. Buongiorno a tutti e a tutte. Io sono Erika Scellato, lavoro all'interno del settore per l'innovazione didattica di Ateneo e sono Instructional Designer. Quest'oggi ho il piacere di intervistare Marcella Cannarozzo che ha presentato un abstract all'interno del convegno sul Faculty Development che si è tenuto a Genova quest'anno. Ti ringrazio per essere qui Marcella e ti do il benvenuto.
[00:00:29] Speaker B: Grazie mille per questo benvenuto e per quest'occasione che mi date.
[00:00:34] Speaker A: Hai presentato un contributo dal titolo La peer observation degli esami negli insegnamenti mentorati del progetto mentore dell'Università di Palermo. Quindi ti chiedo, in cosa consiste il progetto mentore?
[00:00:44] Speaker B: Il progetto mentore dell'Università di Palermo è un progetto nato 11 anni fa che aveva lo scopo di migliorare la qualità della didattica dei docenti universitari. Nel corso degli anni è cresciuto, ha anche cambiato un po' fisionomia. Eravamo in 20, ora siamo 140 docenti che aderiscono al progetto.
Praticamente è un progetto che prevede tante attività, ma se parliamo soltanto di mentoraggio, prevede il mentoraggio tra pari, il peer mentoring, ossia ciascuno di noi che partecipa al progetto è mentore di un altro collega, ma a sua volta riceve il mentoraggio di un collega, quindi ciascuno di noi è sia mentore che mentì, cioè mentorato. È un progetto che ha anche una caratteristica peculiare che è quella di essere nato dal basso, cioè nato proprio su iniziativa di noi docenti, è stato successivamente adottato dall'Ateneo che però ci ha lasciati liberi di agire, per cui qualsiasi modifica, variazione o innovazione nel progetto viene decisa da noi stessi durante un'assemblea che si tiene nel mese di ottobre. Ed è proprio in occasione di una di queste assemblee che alcuni colleghi hanno chiesto, e qua entro proprio nel merito del contenuto dell'intervento fatto a Genova, hanno chiesto se il mentoraggio tra pari potesse interessare anche la fase di esami, di prove di profitto degli studenti, perché in verità fino ad ora Il mentoraggio consisteva soltanto nel mentoraggio delle lezioni, cioè del corso. Quindi noi mentori andiamo in aula del collega, assistiamo ad alcune lezioni e poi attraverso un processo che non sto a descrivere diamo dei feedback al mentee in modo tale che nel corso degli anni possa migliorare sempre di più la propria didattica.
quindi riguardava soltanto le lezioni. Invece alcuni colleghi che evidentemente sentivano l'importanza del momento della valutazione dello studente e magari avevano anche delle difficoltà in questa fase chiedevano se potevano ricevere aiuto dai propri mentori e quindi che i mentori facessero pure l'osservazione degli esami. L'Assemblea Verità è stata piuttosto indecisa se accettarono questa proposta, per cui è partita una fase sperimentale di questa novità, di questo peer mentoring degli esami e in questa fase sperimentale ovviamente per attuarla abbiamo determinato, abbiamo nominato un comitato di cinque colleghi che appartengono ad aree disciplinari molto diverse perché potete immaginare essendo 140 docenti dell'Ateneo di Palermo apparteniamo ad aree culturali molto diverse, medicina, ingegneria, scienze umanistiche, economia, giurisprudenza, di tutto, quindi parliamo anche linguaggi diversi, abbiamo esigenze diverse e questo comitato ha avuto l'incarico un po' di ragionare su che cosa può consistere il peer mentoring degli esami e quest'anno abbiamo ho cominciato a lavorarci. Dico abbiamo perché io faccio parte del comitato. Il coordinatore del comitato, anzi la coordinatrice, è la professoressa Simona Fesci e poi c'è il professore Francesco Pace, il professore Franco Grisacchi e la professoressa Lucia Craxi. che poi sono gli autori dell'intervento di Genova. Quindi diciamo che questo peer mentoring nasce innanzitutto da una esigenza di alcuni colleghi e poi nasce anche l'esigenza dei colleghi è stata accolta volentieri da parecchi di noi perché abbiamo la consapevolezza che il processo formativo contiene al suo interno il momento della valutazione. ossia soltanto con la valutazione dello studente si completa il processo formativo, la valutazione fa parte anche della formazione, appunto formazione e valutazione sono strettamente legate, come dirò fra un po'. Quindi questo gruppo di lavoro ha cominciato a riunirsi e a ragionarci su. Partivamo da zero, tabula rasa. Abbiamo cominciato a ragionarci su per cercare di identificare quali potevano essere gli elementi da osservare. I mentori vanno a seguire l'esame del proprio mentì, ma cosa devono osservare?
Quali aspetti?
Ma non solo questo, dove devono stare seduti, vicino al docente, tra gli studenti? Sono nate tante domande. Poi parliamo di valutazione, ma anche le valutazioni sono molto diverse, hanno proprio strutturalmente caratteristiche molto diverse, esami orali, esami scritti e orali.
esami a classi di 20 studenti, esami a classi di 150 studenti, esami che durano molto, esami che durano poco. Le problematiche che sono venute fuori sono state tantissime. Abbiamo dovuto cominciare a semplificare il nostro lavoro, per esempio concentrandoci per ora soltanto sugli esami orali, evitando di includere troppe variabili.
Le prime cose sulle quali abbiamo ragionato sono stati gli elementi da osservare e le procedure, quindi cosa fare, dove sedersi e via di seguito. Dopodiché abbiamo pensato di provare, cioè di lanciarci, provare a fare qualche esperimento di peer mentoring perché magari sperimentando sarebbe venuta fuori qualcosa di interessante.
e quindi abbiamo osservato un collega del comitato, gli esami di un collega del comitato, quindi abbiamo fatto una cosa tra di noi e anche qualche altro collega, abbiamo assistito a alcuni ad esami e poi abbiamo pensato che sarebbe stato pure interessante avere il parere degli studenti. Quindi abbiamo incontrato un gruppo di studenti, anche loro rappresentanti delle diverse aree disciplinari, per farci raccontare il loro vissuto degli esami, le cose che secondo loro non vanno, le cose di cui si lamentano, le ingiustizie, i comportamenti dei docenti.
virtuosi, comportamenti virtuosi o comportamenti invece non virtuosi, quindi abbiamo sentito un po' esperienze sia positive che negative.
Abbiamo fatto un altro focus group con i colleghi e poi abbiamo partecipato al convegno SDUNI nella speranza anche di ricevere dei feedback e qualcosina è venuta fuori anche da lì.
[00:08:22] Speaker A: Come hanno reagito, come hanno accolto gli studenti il fatto che i docenti fossero coinvolti in un'attività comunque di peer observation e peer mentoring? L'hanno accolta positivamente?
[00:08:34] Speaker B: Sì, gli studenti sono sempre stupiti di queste iniziative e sono molto collaborativi. Hanno parlato tantissimo, non hanno avuto nessuna remora a esprimere le loro esperienze, le loro idee. È stata un'esperienza davvero carina, interessante. stimolante anche, direi.
Sicuramente credo che noi docenti acquistiamo dei punti agli occhi degli studenti quando facciamo queste cose, però non è solo questo, io credo che sia anche, non è soltanto acquistare dei punti agli occhi degli studenti, ma anche condividere con loro una cosa che forse loro non si immaginano che ci sia, cioè che anche noi docenti siamo interessati al fatto che gli esami vadano bene, che la didattica vada bene. Certe volte gli studenti pensano alla relazione docente-studente quasi come se fosse un duello, come se fossero delle controparti in guerra, uso questo termine un po' forte. Si sente dire certe volte agli studenti professori vuole bocciare, boccia tutti, queste semplificazioni. Invece l'accorgersi che ci sono parecchi docenti, siamo un bel numero che si preoccupa anche di trovare le vie giuste per riuscire a fare una buona valutazione. Credo che siano esperienze che aiutano a migliorare la relazione tra gli studenti e i professori in generale. Dopo questo lavoro di osservazione, di esami dei colleghi, di focus group, di brainstorming tra di noi, Via di seguito siamo arrivati a dei risultati parziali, ovviamente, perché siamo ancora solo all'inizio. L'anno che è cominciato adesso sarà un anno in cui continueremo ed approfondiremo e allargheremo la sperimentazione. Quindi, innanzitutto avevamo detto che la prima cosa che dovevamo stabilire era cosa osservare durante gli esami, cioè andiamo ad assistere agli esami di un collega, cosa dobbiamo osservare. Certamente la prima cosa, forse anche la più semplice da osservare è l'ambientazione, il setting, cioè come sono disposti gli studenti, i docenti, Lo studente è seduto al tavolino, risponde alla lavagna, i colleghi assistono o non assistono, cioè proprio il setting. L'altro aspetto da osservare è il metodo, ossia la procedura dell'esame, quante domande, la formulazione della domanda, con che linguaggio viene formulata la domanda, il ritmo, l'intervento del docente in relazione alla risposta dello studente, la durata dell'esame.
Un'altra cosa, per esempio, era venuto fuori il range del voto. Ci sono dei docenti che hanno un range di voto molto stretto e altri che invece magari lo considerano tutto dal 18 al 30. Quindi questi potremmo chiamarli aspetti standard che probabilmente vanno osservati un po' per tutti gli esami, però abbiamo pensato pure che potesse esserci la necessità da parte di un docente di aver osservato un particolare aspetto. Abbiamo già fatto una bozza di scheda di osservazione che può servire da guida a chi intraprende questa esperienza di mentoraggio di esami, e questa scheda di osservazione riteniamo che sia giusto lasciare delle parti vuote da compilare mettendosi d'accordo mentori e menti, perché gli esami sono, come dicevo prima, molto differenti l'uno dall'altro, potrebbero esserci degli aspetti particolari per i quali è necessario un tipo di osservazione speciale. specifico. Un altro aspetto che sicuramente va attenzionato molto durante il peer mentoring è l'aspetto relazionale, quindi le emozioni del docente, le emozioni dello studente, la presenza di empatia, la postura del docente, il contatto visivo, l'ascolto esclusivo, cioè il docente sta ascoltando lo studente o si distrae guardando il cellulare, per esempio, è una battuta ma comunque per dare un'idea. come reagisce il docente alla risposta sbagliata dello studente, tutti questi aspetti qui. Un valore molto importante emerso durante il mentoraggio di alcuni esami è stata l'osservazione che il momento valutativo richiama al corso svolto.
Per usare una frase che ha detto la mia collega che mi sembra molto efficace, il momento valutativo rimbalza sulla leggibilità del corso svolto e si proietta sul corso dell'anno successivo. ossia i mentori che hanno seguito il corso del docente e hanno visto il suo modo di parlare, gli aspetti ai quali lui ha dedicato più tempo, su cui ha messo più enfasi, poi vede l'esame e deve trovare nell'esame un riscontro di ciò che ha osservato durante il corso, per esempio c'è capitato di notare che un docente all'esame pretendeva un certo rigore nel linguaggio, però durante il corso forse non era stato sufficientemente chiaro nel sottolineare l'importanza della nomenclatura, di alcuni termini a cui bisogna dare un significato specifico e non generico, quindi ovviamente questo è risultato poi all'esame nel momento in cui lo studente non riusciva a utilizzare quei termini in maniera precisa, rigorosa, come si aspettava che il docente fosse.
Quindi appunto il momento valutativo rimbalza sulla leggibilità del corso e si proietta sul corso dell'anno successivo perché facendo notare quest'aspetto al collega, il collega ha già immaginato una modifica della sua esposizione, la sua didattica l'anno successivo, ha già immaginato di voler dedicare del tempo per permettere agli studenti di acquisire familiarità con i termini scientifici che lui adotta. Questo sicuramente è è un valore enorme del peer mentoring. Per concludere, ci siamo accorti ovviamente che ci sono pure dei limiti e delle criticità. I limiti, un po' lo ho già detto, sono dovuti al fatto che gli esami sono molto diversi.
Abbiamo Abbiamo mentorato solo gli esami orali, ci sono gli esami in cui ci sono progetti di gruppo, ci sono esami in cui ci sono solo gli iscritti, quindi ancora non abbiamo le idee chiare su come far diventare questa attività applicabile a 360 gradi. Pensiamo che ci sia anche un certo limite dovuto alla interferenza dell'osservazione durante la valutazione, quanto il docente si lascia influenzare dalla presenza dei mentori.
Quando fa lezione sono sicura che la questione riguarderà solo i primi minuti della lezione, quando vede entrare i mentori si accorge che ci sono loro, magari un po' si sente imbarazzato, però poi andando avanti nella lezione magari si dimentica la presenza dei mentori Per la valutazione non lo so, non lo sappiamo ancora, dobbiamo approfondire sicuramente questo aspetto.
Una criticità che è emersa subito è il grande dispendio di tempo per i mentori, perché mentre nel mentoraggio delle lezioni si va in aula due o tre volte durante il corso, quindi in un'ora a volta il problema è risolto.
Poi ci sono gli incontri con il mentee, gli incontri con gli studenti, comunque è sicuramente un impiego di tempo limitato.
Per il mentoring e gli esami il discorso è più complesso.
per tanti motivi, perché per esempio le sessioni di esame non sono tutte uguali, le sessioni di fine corso in genere sono frequentate da studenti più brillanti e quindi gli esami hanno tutta un'impronta positiva.
Invece se si assiste agli esami delle sessioni autunnali ci sono gli studenti meno bravi, quindi cambia tutto e allora l'atteggiamento del docente è diverso inevitabilmente.
Poi quanti esami seguirne, appunto di quali sessioni, quanti seguirne, il discorso è sicuramente molto molto dispendioso dal punto di vista del tempo.
Le sessioni di esame sono contemporanee, quindi quando esami il mio collega, il mio mentì, o esami pure io, esami anche l'altro mentore, quindi si intrecciano un po' gli impegni di tutti. Sicuramente il dispendio di tempo è una delle più grosse criticità.
Mi pare di aver detto tutto, comunque le cose principali, le cose più importanti del nostro lavoro, non aggiungerei altro.
[00:19:08] Speaker A: Ti ringrazio per il tuo intervento, sicuramente esaustivo, e mi sembra che sia emerso in modo chiaro l'importanza dell'allineamento costruttivo, quindi della coerenza fra il momento valutativo e il momento sia di progettazione che di erogazione della didattica, se mi passi il termine.
quindi l'augurio è sicuramente che il progetto mentoring prosegua sicuramente all'interno dell'Università di Palermo ma che possa poi diffondersi in altri Atenei e con esso la peer observation degli esami che sicuramente sono un aspetto molto molto innovativo.
[00:19:41] Speaker B: Grazie Erika, grazie a tutti voi per questa esperienza. Spero anch'io che anche gli altri Atenei si imbattano e facciano questa esperienza perché il confronto sarà solo favorevole per tutti.
[00:19:56] Speaker A: Grazie.
[00:19:57] Speaker B: Arrivederci.